La legge della Verità e della Vita e l’insidia mortale della menzogna

Da alcuni mesi la Morte è ritornata visibile, protagonista, con l’inquietante tormento “virale” della sua aggressione alla realtà umana, su l’intero pianeta. 
Dopo la seconda guerra mondiale, nel nostro Occidente, la sua presenza dolorosa è stata sempre più nascosta e rimossa, allontanata dalla percezione pubblica, rinchiusa nel ristretto circuito familiare, nei percorsi dell’ospedalizzazione, in una contratta frequentazione del lutto privo ormai di partecipazione e di pianto.
Le malattie terminali, anche le più prolungate e le più dolorose, non suscitano commozione, intensità d’attenzione e di preghiere e le esequie non imprimono il segno doloroso del sentimento della perdita, del ricordo affettuoso di una storia, della traccia di una corrispondenza e di una continuità spirituale.
Lo svuotamento dell’esperienza pubblica del “finire” è stato inesorabile: la spettacolarizzazione filmica, con la moltiplicazione iconica di uccisioni, di delitti, di stragi, ha reso virtuale il morire. Il cuore, addestrato dalle immagini di migliaia di corpi senza vita, non si commuove, non si addolora, non soffre neppure nella concreta esperienza della morte del prossimo. Si inaridisce così il sentimento della pietà e della pena, e la carica della relazione affettiva, emotiva, sentimentale non si manifesta, non si rivela: è contenuta, trattenuta, indurita.
Ora, c’è stato un sussulto di indignazione e di sgomento di fronte alle immagini reali di camion militari carichi di morti, anonimi, non accompagnati dai familiari, non benedetti, consumati senza sepoltura. Ma è stata accolta in un silenzio spaventoso la informazione statistica che sul pianeta dal primo gennaio al trenta maggio a causa del Covid-19 i morti sono stati 383.645, ma 18 milioni i bambini strappati al seno materno con l’aborto.
Questi numeri sconvolgenti non dicono più nulla a una coscienza pubblica addormentata e indifferente, normalizzata dall’ideologia della morte, impantanata in un tragico conformismo che oscura e nasconde “le evidenze morali”, razionali, del bene e travolge perfino “le evidenze scientifiche”, materiali, della vita annidata nelle viscere materne dove si mostra meravigliosa e potente alla rappresentazione ecografica.
Siamo giunti, così, con la negazione della natura generativa della vita, all’autodissolvimento della cultura e della Civiltà cristiana. Lo Stato, in Italia dal maggio 1978, si è appropriato di una onnipotenza totalitaria che esclude il riconoscimento dell’inviolabilità del “germoglio umano” e della dignità della persona dal patto costituzionale: il “diritto alla vita” viene sostituito dal “diritto di morte” e con la rivendicazione pubblica del “diritto all’aborto” viene invocata la fine della storia della Creazione generata dall’ordine, dall’armonia, dalla bellezza dell’Eterno Amore. Con l’annientamento, affermato per legge, dell’esistenza sorgiva dell’umano, viene proclamata dalla modernità impazzita la morte di Dio e della Civiltà… DIO è la VITA!
Quando nell’ordinamento della convivenza civile – lo Stato – non viene riconosciuta più la Verità della Vita, è l’ideologia della morte il fondamento “razionale” della democrazia e della giustizia. La libertà in questa orgogliosa e perversa statualità viene saldata al dogmatismo, hegeliano e marxista, dell’ottimismo antropologico, del progressismo storicistico, dell’immanentismo compiuto.
Ecco perché è necessario ed urgente riprendere, rinnovare, rivitalizzare la testimonianza pubblica a favore della vita, evento infinito abitato dal Mistero dell’essere.
La vera politica, non violenta e arrogante, vive solo nel “processo di argomentazione sensibile alla verità”! Quindi, tutti, nella comunità civile e in quella religiosa, riprendiamo la parola nei luoghi della democrazia per risentire il polso della storia inquietante e drammatica di questi tempi difficili. Abbiamo il dovere di scongiurare l’ulteriore caduta nell’animalizzazione e nella disumanità, per riconciliarci integralmente nell’umana famiglia con la “Sponsalità” aperta alla vita, con la “Maternità-Paternità” educatrice alla vita, con la “Filialità” riaffidata al dono e alla sacralità della Vita.
Davide Nava

Un pensiero su “La legge della Verità e della Vita e l’insidia mortale della menzogna

  • 4 Luglio 2020 in 11:47
    Permalink

    Un articolo così alto, profondo e razionale merita di essere conservato negli annali della storia civile, morale e religiosa del nostro Paese, e non solo. Grazie, Davide, anche a nome dell’innocenza ferita, calpestata ed annientata, spesso senza alcuna reale “necessità”, ma per il solo culto dilagante del piacere. Un abbraccio. Michele.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.