Al teatro San Marco, Lina Sastri, l’usato sicuro

Un spettacolo che si rivede sempre volentieri, grazie alla bravura della cantante ed artista napoletana, alla sua padronanza della scena,  alla sua gestualità. Domenica 20 gennaio, il teatro San Marco ha registrato il pieno, per ascoltare questa voce appassionata, che ci ha narrato il vivere a Napoli, e ci ha fatti partecipi della sua vita. Ella iniziò con la classica “fuga da casa”, per seguire il suo sogno: quello di voler diventare attrice. Approdò a Cinecittà, dove, regina incontrastata regnava la bravissima, Anna Magnani.
Ha lavorato con registi quali: Nanni Moretti, Giuseppe Bertolucci, Nanny Loy, Damiano Damiani, Ricky Tognazzi.
Lo spettacolo si snoda così in tutta una serie di ricordi: quello dei suoni dei quartieri popolari,  la voce materna, l’aroma del  caffè, il desiderio giovanile di cambiare il mondo, con l’inseguimento, in primo luogo, dell’amore. Bella l’esortazione che l’artista rivolge ai giovani: ”Auguro ai giovani di essere “pericolosi”, credendo sempre nelle proprie idee”. 
L’hanno accompagnata, come sempre, Filippo D’Allio alla chitarra; Gennaro Desiderio al violino; Salvatore Minale alle percussioni; Salvatore Piedepalumbo alla fisarmonica; Luigi Sigillo al contrabbasso, nell’esecuzione del commovente “l’inno alla Madonna del Soccorso di Ischia”, “A vita è comm’o mare” “Torna a Surriento”, ”Malafemmina” “Guapparia”, “Reginella!” “Core ‘ngrato”, “Tammurriata nera”, “O sole mio”.
Canzoni intramontabili, che, sempre così magistralmente eseguite ed interpretate, continuano nel tempo, ad esprimere sentimenti, patemi d’animo, dolore e gioia, in una sola parola: la vita.  
Non a caso, per i suoi meriti artistici, nel 2011, è stata insignita del titolo di Commendatore al merito, dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Maria Varricchio

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